24 Agosto 2021

Progetto Vandersanden | Le potenzialità creative del mattone

Con questo articolo ci trasferiamo in Lettonia, nella storica capitale di Riga, scoprendo una realizzazione in cui il mattone libera il proprio carattere tramite cinque facciate creative ma rispettose del contesto, contraddistinto da alcuni dei pezzi più famosi del patrimonio locale, tra cui la chiesa di San Giovanni del XIII secolo, la chiesa più antica di Riga, e la chiesa di San Pietro, per molti anni il Museo delle Arti Decorative e del Design.

Tripla protezione

La maggior parte degli edifici situati nel centro storico di Riga sono protetti tre volte: dalla città, dallo stato e dall’UNESCO (il centro storico e l’area circostante sono infatti Patrimonio dell’Umanità). Questo nuovo edificio è ancora più speciale: molti sostengono che questo sia il luogo più antico della città e che l’intera storia dell’architettura locale sia iniziata proprio qui.

Strati di storia

Questo edificio, sia residenziale che commerciale, è fissato al muro di cinta di una casa situata su un terreno adiacente e costruito sul seminterrato di un precedente edificio distrutto durante la seconda guerra mondiale, quando l’area fu pesantemente bombardata.

L’edificio rivela molti strati di storia: accanto al muro di cinta si può vedere lo stile eclettico sviluppato all’inizio del XX secolo. Il volume poi scende leggermente per incanalare le case a due e tre livelli tipiche del Medioevo. C’è una certa imponenza anche guardando da lontano: l’edificio ha sette livelli, che è alto per Riga, e un’ampiezza dovuta alla monumentalità della facciata in mattoni, un tempo così comune ma ora una scelta piuttosto esclusiva per l’architettura residenziale commerciale.

Provato e testato

Sebbene il mattone ora sembri una scelta ovvia per il materiale della facciata, non era l’unica opzione considerata. Sono stati provati e testati molti sistemi di facciata, tra cui la pannellatura in legno, e si sono tenuti molti incontri per determinare un aspetto adatto: contemporaneo, ma elegante con una forte nota di longevità.

“La creazione di modelli è molto importante per noi”, spiega Mārtiņš Jaunromāns. “Solo lavorando e rielaborando tutte le idee e le opzioni che potrebbero essere adatte al luogo, possiamo essere sicuri che non ci siano compromessi”. Dopo che le pareti strutturali erano pronte, i campioni di mattoni sono stati portati in cantiere e inseriti nelle aperture delle finestre per vedere come sarebbero apparsi nella vita reale, giorno e notte. “La scelta è stata giusta, il mattone è stata la nostra prima e ultima opzione”.

Disegno grafico

Il motivo in mattoni della facciata è ispirato a una scultura raffigurante i famosi musicanti di Brema: un asino, un cane, un gatto e un gallo in piedi uno sopra l’altro. Situata vicino a 11 Skarnu Street, la scultura è stata un dono della città gemella di Riga, Brema, in Germania.

Gli architetti non volevano che la facciata rimanesse semplice, tuttavia i modelli architettonici irregolari che hanno cercato di elaborare sembravano estranei alla situazione. La soluzione è arrivata con l’aiuto di un grafico, che ha poi copiato le sagome dei “musicisti” per aggiungere umorismo e contesto alla grafica del mattone.

Inoltre, la progettualità creativa si è riflessa anche nella disposizione delle finestre, disposte secondo uno schema “a scacchiera”. Gli architetti hanno voluto giocare con la secolare disposizione delle finestre, per ottenere un aspetto contemporaneo che non fosse estraneo agli edifici circostanti. 

Gli step finali

Sebbene il mattone per la facciata sia stato scelto da un catalogo senza interventi su misura, è stata l’intenzione degli architetti a renderlo un po’ speciale nel contesto del materiale scelto. “Abbiamo passato ore a stabilire la giusta direzione: le dimensioni, la fattura, il colore”, ricordano gli architetti di Jaunromāns. I campioni del mattone 96 Brabant Vandersanden sono stati ordinati e discussi sia in ufficio che in cantiere. Un aspetto importante è che tutti i mattoni sono stati testati per la resistenza al gelo, poiché il termometro può scendere fino a -35° C negli inverni lettoni.